È il 31 marzo 1492 quando viene emanato l’editto di espulsione degli ebrei della Spagna. Una decisione che metteva seriamente a rischio la missione che Colombo aveva in mente. Per gli ebrei, nel 1492, inizia un nuovo esodo, obbligato a vendere o meglio, svendere i propri beni: case, negozi, gioielli, soldi. Beni guadagnati in oltre duemila anni di lavoro in terra iberica.
A Cadice, il principale porto spagnolo sulla costa atlantica, si stipano sui moli circa diecimila famiglie ebree, i padri che sono riusciti a nascondere qualche moneta d’oro, sono disposti a pagare qualsiasi cifra pur di imbarcarsi su uno dei bastimenti che partono e salvare così, la propria famiglia. Costretti a migrare contro la propria volontà, rischiando la vita in mare su un bastimento a volte troppo carico.
Il fatto che il 31 marzo del 1492 viene emanato l’editto di espulsione degli ebrei dalla Spagna, non è un fatto da poco per Colombo. È cristiano, convinto, il problema non è di certo di ca
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