Con il PNRR dovremo fare 537 riforme che vuole l’Europa, a spese nostre, senza sapere quanto costerà

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E oggi torno a parlare dei fondi del PNRR. Cioè, in realtà noi stiamo per spendere dei soldi senza bene sapere come li spendiamo e soprattutto, quanto ci verrà a costare.

Insomma, il famoso #PNRR che io critico ormai da tanti mesi, oggi sembra che spendere del denaro pubblico preso a prestito attenzione a prestito non è regalato dall’Unione Europea. Io ve lo spiegavo più di un anno fa. Oggi ormai lo dicono tutti. A monte dei problemi di oggi ci sono ben precise responsabilità politiche che sono attribuibili a due pessimi governi: il governo Conte Due e il governo Draghi. Avere chiesto quella mole di prestiti c’impone oggi una tabella di marcia serrata, fatta di 10 rate, cioè, abbiamo uno Stato, come se fosse una famiglia indebitata coi mutui, con le banche nelle quali sono frazionati 537 traguardi e obiettivi divisi tra riforme e investimenti. Cinquecentotrentasette cose precise da fare, riforme e investimenti. Voi già sapete che quando io uso il termine riforme dico cambiatelo con fregature e avrete l’idea di che cosa succede al nostro Paese. Invece di riforme, tutte le volte che leggete riforme traducetelo in italiano "fregatura".

L’aspetto che suscita clamore è il timore di perdere soldi in caso di ritardo nelle presentazioni delle richieste alla Commissione Europea, situazione che ormai è figlia di un dibattito che esiste prevalentemente in Italia. Più che le scadenze quindi l’Italia dovrebbe preoccuparsi del groppone di 10 rate sulle spalle che si sta rivelando, e io ve l’avevo detto da anni, ingestibile, a prescindere dal dibattito del che cosa farne e come spenderlo. Perché il problema è ancora come trovare i soldi, come finanziarsi. Quindi tutta la leggenda del contributo a fondo perduto si sta rivelando per quella che è, una fregatura. E quale sarà il costo dell’immenso apparato burocratico messo in piedi da Bruxelles Per fare il PNRR.

Ovviamente l’Europa finanzia il cosiddetto #recovery sul mercato, cioè a prezzi di mercato sulle banche private. E l’Italia dovrà ripagare #Bruxelles e i prestiti ad un tasso ancora ignoto. Quindi noi ci stiamo indebitando per fare delle cose che vogliono loro, che prenderanno i soldi a prestito, che noi dovremo rimborsare a loro, perché loro si sono indebitati per dare a soldi noi per fare noi quello che dicono loro. Attenzione pagando un tasso che non sappiamo qual è. Ma se io lo dico al muratore che sta mettendo a posto il muro di quella facciata dice ma siete scemi. Esattamente così.

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